27 febbraio 2006

Crema: la legge elettorale ostacola il voto all'estero o peggio lo altera

“I punti critici del sistema elettorale con cui si voterà il 9 e 10 aprile sono molti”. Lo ha affermato il senatore dello SDI-Rosa nel Pugno Giovanni Crema, presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari durante l’incontro con la missione dell’OSCE sul controllo delle elezioni italiane “Innanzitutto con questa legge invece di regolamentare l’esercizio del voto, lo si ostacola o, peggio, lo si altera. Basta vedere l’anomalìa tutta italiana per la modalità di voto degli italiani all’estero. Ma, soprattutto, dei sette principi-chiave che l’OSCE ha individuato per designare un’elezione democratica (universale, uguale, fair, segreta, libera, trasparente e responsabile) è la caratteristica della fairness della competizione elettorale che è messa seriamente a rischio. Ed allora non è fair, non è corretto, non è equo un requisito aggiuntivo che la legge introduce per la prima volta per le elezioni politiche nazionali e che è foriero di evidenti disparità di trattamento: l’obbligo di sottoscrizione delle candidature, da cui sono esentati solo alcuni dei partiti politici rappresentati in Parlamento. Realtà politiche dotate di rappresentanza parlamentare (lo SDI-Rosa nel Pugno ha 6 seggi al Senato, 11 alla Camera e 2 eletti al Parlamento europeo) devono raccogliere 90.000 firme su tutto il territorio nazionale, mentre realtà politiche assai più marginali (un seggio in una sola Camera ed uno al Parlamento europeo) ne sono esentate. Nel secondo caso si tratta di gruppi politici che intendono collegarsi alla maggioranza uscente: è la classica legge ex post facto, mentre si penalizza il simbolo “Rosa nel pugno” Il circolo vizioso è poi particolarmente odioso se si pone mente alla conseguenza dell’obbligo “selettivo” di sottoscrizione delle candidature sulla copertura radiotelevisiva della campagna elettorale. I soggetti politici costretti alla raccolta delle firme hanno un doppio handicap: debbono iniziare prima la loro campagna elettorale, raccogliendo le firme su candidature da decidere prima degli altri, e non possono vedere coperta tale attività da un apposito spazio dei mass media. Insomma quando non c’è un approccio condiviso, la legislazione si presta a creare un circolo vizioso, in cui chi ha ragione finisce per doversi incatenare ai cancelli di Montecitorio per rivendicare i propri diritti”.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

questa discriminazione fa veramente vomitare. REPUBBLICA DELLE BANANE! e poi ci/vi meravigliamo se all'estero ci trattano a pesci in faccia. che schifo, che merda, che vomito, che paese del cazzo. perche' ho dovuto emigrare, PERCHE'? merda, intanto l'altro pezzo d'immerda s'e' arricchito

Anonimo ha detto...

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